Difendiamo la scuola pubblica: se non ora quando?

Riportiamo la comunicazione inviata da ReteScuole
Abbiamo ascoltato con sgomento le parole pronunciate dal Premier sulla – anzi contro – la scuola pubblica, denotando una visione della Scuola e persino dello Stato che allarmano chiunque abbia a cuore la democrazia.

Facciamo sentire la voce del popolo della scuola, genitori , studenti , ata , insegnanti , incontriamoci sabato 12 marzo alle 15 (in P.zza Cairoli a Milano) senza bandiere nè sigle sindacali per manifestare la dignità della scuola pubblica statale in una piazza che comunicheremo prima possibile. Se non ora quando?

Noi che amiamo la scuola pubblica non “incuclchiamo”

Noi che da anni difendiamo la scuola pubblica perchè l’abbiamo a cuore non “inculchiamo” valori nei nostri figli, ma cerchiamo di trasmetterli loro attraverso l’esempio.

Il premier ha pronunciato parole prericolose parlando di una scuola pubblica che vuole “inculcare” negli alunni principi diversi da quelli dei genitori. Ha anche pronunciato la parola “stato” con un disprezzo e un livore che ci preoccupano.

La scuola pubblica è la scuola di tutti e di ciascuno. Libertà non significa “ognuno per sè” o peggio “ognuno come gli pare” perchè non esiste libertà senza diritti. E la scuola, una scuola di qualità per tutti, è il primo dei diritti.

La scuola della repubblica insegna i valori condivisi in uno stato laico e democratico: quelli della Costituzione, che forse sfortunatamente il premier non riconosce, anzi abbiamo il sospetto non li conosca.

Il disprezzo mostrato per la scuola pubblica è l’ulteriore conferma che questo governo, dopo aver penalizzato e umiliato la scuola pubblica attraverso i provvedimenti del ministro Gelmini, ritiene la scuola pubblica un nemico da abbattere, in favore della scuola privata, univoca e possibilmente confessionale.
La scuola pubblica è invece la sola scuola ad essere di tutti e di ciascuno.

Chi ha responsabilità di governo non dovrebbe attaccare gratuitamente la scuola pubblica del proprio paese né tantomeno parlare dello Stato come di un “invasore” della libertà dei cittadini.

Esprimiamo solidarietà agli allievi e insegnanti di tutte le scuole pubbliche, che meritano le scuse del premier

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